Aula Magna, Ospedale Civico
via Tesserete 46, Lugano | Percorso etico-cinematografico dell'Ospedale Civico di Lugano
Lunedì 20.00-22.30 Entrata libera SACCO E VANZETTI Giuliano Montaldo Italia/Francia, 1971 «Come il calzolaio Nicola Sacco e il pescivendolo Bartolomeo Vanzetti, immigrati negli USA e anarchici, furono incriminati per rapina e omicidio, condannati a morte innocenti nel 1921 e giustiziati il 23 agosto 1927. I due anarchici italiani rivivono sullo schermo nella commossa e commovente interpretazione di Cucciolla e Volonté (premiato a Cannes) nel quadro di un film all'insegna dell'efficacia narrativa, oratorio senza enfasi, un po' ripetitivo, in stabile equilibrio tra informazione e denuncia anche se non sempre fa quadrare i conti tra analisi e dimostrazione. Scritto dal regista con Fabrizio Onofri e Ottavio Jemma con un occhio al cinema hollywoodiano giudiziario e di denuncia, rimpolpato con le esperienze del cinema politico europeo». INTRODUZIONE Alberto Nessi, scrittore
|
Sala Arsenale Castelgrande, Bellinzona | JONNY È VIVO
Attualità e forza di uno scrittore: Beppe Fenoglio a cinquant'anni dalla morte 17:00-17:30 Alberto Nessi La malora: uno sguardo dal basso 17:30-18:15 Maria Antonietta Grignani Il partigiano Jonny tra libro e film 18:30-19:30 Beppe Fenoglio: il fratello, l'uomo, lo scrittore Michele Fazioli incontra Marisa Fenoglio 19:30-20:30 Aperitivo offerto 20:30 Proiezione del film Il partigiano Jonny Guido Chiesa, Italia, 2000, 135' Presentato da Guido Chiesa via Skype con Maria Antonietta Grignani «Moriva 50 anni fa, cinquantenne, per una grave malattia, Beppe Fenoglio. È stato uno degli scrittori italiani più significativi e importanti del '900. A mezzo secolo di distanza la critica attenta e il foltissimo pubblico dei suoi lettori lo confermano quale autore originale, innovatore, che irruppe nella narrativa italiana degli anni '50 e la segnò. Cantore della sua terra, quella delle Langhe piemontesi colte nella loro bellezza e asprezza senza sentimentalismi, in quel luogo fisico e letterario riversò le sue storie succhiate alla propria vita sperimentata: la guerra partigiana, gli amori, la vita contadina, la povertà scabra di uomini e donne che spesso fanno fatica a vivere, per destino esterno e per tormento interiore. Ebbe un suo stile nuovo, originale, in cui il neorealismo letterario di allora si impastava con le grandi correnti d'aria della narrativa anglosassone. Raccontò la lotta partigiana senza preventive schematizzazioni politiche ma con uno sguardo di grandissima umanità, con realismo, narrandone la speranza e la disperazione, l'impeto e il dolore, con notevole forza scenica». Michele Fazioli
|