Rivista per le Medical Humanities

Si tratta di uno «spazio espositivo» che arricchisce mediante illustrazioni ogni numero della rivista. Troverete pubblicati in questa sezione solo una fotografia di ciascun autore e il commento alle immagini proposte all'interno del numero. La pubblicazione integrale del portfolio la riserviamo, infatti, ai lettori e agli abbonati della versione cartacea della nostra rivista.

nota di Fausto Podavini

Fotografia di Fausto Podavini



Con questo lavoro,
Fausto Podavini ha
vinto il primo premio
del World Press Photo
2013.
 

          Conosco Mirella e Luigi da tanto tempo, prima ancora che l’Alzheimer entrasse nelle loro vite.
           Occupandomi di reportage a tema sociale, ho capito che la loro poteva essere una storia da raccontare. Non volevo limitarmi però a descrivere la malattia, volevo trovare una chiave di lettura originale che mi permettesse di raccontare la sindrome da un punto di vista inedito. È stato l’amore incondizionato di Mirella per Luigi a indicarmi la via: ho capito che avrei potuto raccontare l’Alzheimer partendo proprio dall’amore di una donna per suo marito, un legame che, seppure nato 43 anni prima, mostrava la forza e l’energia di un sentimento appena nato.
           Ho parlato subito con Mirella e Luigi del progetto che intendevo realizzare e delle sue finalità. Nelle tante fotografie che ho scattato, ce ne sono alcune in cui Mirella e Luigi occupano una posizione marginale rispetto al centro del fotogramma: ho pensato che fosse un modo per rappresentare l’uscita di scena e nello stesso tempo dare forza e impatto visivo alle fotografie stesse. Un tema che ritorna quasi in ogni scatto è quello della sospensione dei gesti che non descrivono ma evocano.
           Alcuni scatti li ho realizzati nel bagno. In un ambiente dagli spazi così ristretti non è facile trovare la distanza giusta tra obiettivo e soggetto. Ho pensato quindi di utilizzare l’immagine riflessa nello specchio. Inizialmente ho cercato il riflesso dello specchio più grande, e solo dopo i primi due o tre scatti mi sono accorto della presenza del secondo specchio e così ho ricomposto l’inquadratura tenendoli in considerazione entrambi. Solo nella fase di editing, rivedendo le foto scattate, mi sono accorto della potenza della fotografia che è diventata un po’ il simbolo di questo lavoro. Il doppio volto di Mirella che assume due espressioni così diverse ma così intense, i due spazzolini da denti che quasi si abbracciano, la postura e lo sguardo nel vuoto di Luigi che è totalmente nelle mani di Mirella.
           Ciò che ha reso poi particolarmente complicato il mio lavoro è stato l’aspetto emotivo, considerando che in molte fotografie mi sono ritrovato a ritrarre attimi di profonda intimità tra Mirella e Luigi. Questo progetto mi ha consentito di approfondire molto la mia conoscenza del morbo di Alzheimer e a colpirmi in particolare sono stati i dati scientifici secondo cui l’età di chi   soffre di questa sindrome si sta, negli anni, abbassando parecchio.

Fausto Podavini

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