Alla grande retrospettiva che il Musée de l’Elysée ha dedicato a Burri nel 2004 sono colpito, nella stanza degli esordi, dal reportage sui bambini sordomuti della scuola zurighese di Mimi Scheiblauer. Mi colpisce il bambino con gli occhi chiusi che con il mento appoggiato sul disco del tamburello ne stringe la membrana luminosa come in un gesto di intima preghiera, e rivedo la ragazza con il mento appoggiato sul pianoforte e la tempia al tamburello – anche qui riempito di luce a disegnarle i grandi occhi chiusi – che Werner Bischof aveva fotografato, sempre lì, dieci anni prima. Ad accomunare i due fotografi – a diciassette anni di distanza – la formazione alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, con gli stessi maestri: Hans Finsler e Alfred Willimann.
Ancora studente Burri incontra Bischof – e lo filma in un prezioso breve ritratto – nella primavera del 1953, quando Werner Bischof di ritorno dall’India e prima del viaggio americano – il suo ultimo viaggio – allestisce la sua storica mostra alla galleria Annahof di Zurigo. Nell’autunno, ora diplomato
summa cum laude, Burri va a Milano per la grande antologica di Picasso a Palazzo Reale, fotografa tutto ed è sconvolto da Guernica, magistralmente esposto nella Sala delle Cariatidi ancora sfregiata dai bombardamenti del ’43.
Passa più di un anno e finalmente raggiunge Parigi, in autostop. Vorrebbe incontrare Picasso. Ha con sé alcune stampe di Palazzo Reale. Picasso non c’è. Ma c’è qualcuno al 125 di Faubourg Saint-Honoré, allora sede della Magnum. Con sé ha anche i tre fogli di contatti dei bambini sordomuti, dodici scatti realizzati con la Rolleiflex, settantadue con la Leica. Questo lavoro – di cui sette immagini, grazie alla mediazione di Ernst Scheidegger, appaiono sul numero di gennaio del 1955 di
Science & Vie – suscita grande interesse ed è attraverso Magnum che verrà pubblicato nel maggio dello stesso anno su
Münchner Illustrierte e il mese successivo, con il titolo «Touch of Music for the Deaf», su
Life.
Il preludio di una sterminata sinfonia.
Bruno Monguzzi