Rivista per le Medical Humanities

Si tratta di uno «spazio espositivo» che arricchisce mediante illustrazioni ogni numero della rivista. Troverete pubblicati in questa sezione solo una fotografia di ciascun autore e il commento alle immagini proposte all'interno del numero. La pubblicazione integrale del portfolio la riserviamo, infatti, ai lettori e agli abbonati della versione cartacea della nostra rivista.

nota di Gotthard Schuh

Fotografia di Gotthard Schuh



Il brano qui proposto
in traduzione italiana
è tratto dal volume
L'isola degli dèi. Bali
nell'opera di Gotthard
Schuh
, pubblicato nel 2
006 dal Museo delle
Culture Extraeuropee,
Città di Lugano.

          Prendo dal mio baule la fotografia di mio figlio e la fisso alla parete della capanna: «È mio figlio». Buga e Sarna osservano a lungo con meraviglia il piccolo viso, e lanciandomi uno sguardo furtivo: «Ha i capelli gialli e gli occhi da cieco, come te». E Buga, dopo una pausa: «Un giorno diverrà sicuramente un grande tuan».
          Racconto a Sarna della mia patria, delle montagne, dei ghiacci perenni. Si affretta a consigliarmi: «Allora vendilo, tutto questo ghiaccio! Il cinese di Badung paga più di dieci centesimi per il più piccolo pezzo».
          Nel cortile noto un uomo con il proprio figliolo. Devono farmi una richiesta e mi hanno atteso pazientemente per ore. Domando all’uomo cosa desideri. Mi mostra il piede ferito di suo figlio, un ragazzo delicato dai grandi occhi. La piaga sembra essere andata in cancrena. Probabilmente l’amputazione delle dita del piede salverebbe il ragazzino. Faccio preparare il carro e accompagno padre e figlio nella capitale del sud.
          In ospedale il medico conferma i miei timori; fa comprendere al padre che il bambino morirà se non s’interviene immediatamente. Il padre domanda al figlio: «Vuoi che ti amputiamo le dita dei piedi?» Il piccolo scuote il capo e il padre ci prega di non tentare di persuaderlo. Un balinese non disdegna mai la volontà di un bambino.
          Riprendiamo il lungo sentiero del ritorno e riaccompagno padre e figlio al loro villaggio. Sono dunque costretto ad abbandonare questo bel bambino al suo destino. Da quel momento non ho mai più avuto il coraggio di chiedere sue notizie.

Gotthard Schuh

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