Rivista per le Medical Humanities

L’anno del girasole pallido

Silvia Roncaglia
Edizioni Lapis, Roma, 2010.


Tra i casi in cui la comunicazione relativa a una malattia si fa problematica
e complessa vi è quello in cui il malato deve rivelare il
suo stato ai familiari, e in particolare a figli ancora in giovane età.
Recentemente il Gruppo Giovani Pazienti di Europa Donna della
Svizzera italiana (Il gruppo di lavoro Giovani Pazienti si è costituito
nel novembre del 2007 su iniziativa di alcune giovani donne
che hanno vissuto o stanno vivendo l’esperienza di un carcinomamammario)
ha presentato un volumetto, L’anno del girasole
pallido, che affronta in termini narrativi proprio questo problema.
Il libro, scritto da Silvia Roncaglia e illustrato da Cristiana
Cerretti, è una storia per bambini, raccontata assumendo il loro
punto di vista. L’io narrante è, infatti, una bambina di nove anni,
con un fratellino di tre anni più giovane. Il racconto comincia il
giorno in cui i genitori devono comunicare ai due bambini che
alla madre è stato diagnosticato un tumore al seno: dovrà dunque
sottoporsi a un intervento chirurgico e la successiva chemioterapia
comporterà anche cambiamenti nella vita familiare.
Come dare ad un bambino notizie così inquietanti? Non si vorrebbe,
ovviamente, evocare paure e ansie eccessive; ma neppure
sarebbe giusto tacere la serietà della malattia e della cura, i cui
effetti debilitanti non possono essere nascosti allo sguardo preoccupato
dei figli. L’autrice sa calarsi bene nella mentalità infantile:
il bambino che non può capire correttamente la natura del
male (specie all’età di sei anni), colma l’informazione e la interpreta
con la sua immaginazione, che non di rado alimenta fantasie
errate e sensi di colpa.
Per questo la lettura del volumetto può aiutare l’adulto a capire
i meccanismi interpretativi messi in atto dalla mentalità infantile
e può suggerire le vie più adatte per accostarsi a questa mentalità
e per guidarla a una comprensione più corretta. Fa da filo conduttore
al racconto la metafora del girasole pallido, un fiore che non
segue il corso diurno del sole e che dunque presenta una colorazione
meno intensa: un fiore malato, che diviene, nel corso della
narrazione, il punto d’avvio per informare i figli della malattia dellamadre,
ma anche un simbolo di amore e di speranza.

Chantal Marazia
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